Che il “reality” fosse una fusione, sempre più perfetta e pervasiva, della realtà e del suo spettacolo, lo si era capito da un pezzo. Pokémon Go ci prende di sorpresa, poiché diventa di colpo visibile quello che avevamo già sotto gli occhi: viviamo nell’epoca di una produzione-consumo di massa di “reality”. E’ come se una soglia estrema fosse stata varcata; ma la sorpresa deriva forse dalla consapevolezza che la cancellazione dell’ultima frontiera tra la realtà e la finzione sia solo l’annuncio banale che le cose andranno avanti così, che il limite non è stato raggiunto. Anzi, che siamo solo all’inizio e ne vedremo (e faremo) ancora delle belle.
Leandro ERLICH, The Swimming Pool (21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa)
Action30 lavora da tempo su questo problema, e nel 2014 ha prodotto un saggio-spettacolo per il Festival des Libertés di Bruxelles, intitolato Nage, nage petit poisson. Dés/obéir à l’époque de la téléréalité; poi riproposto, nel 2015, come workshop presso l’ISIA di Urbino.
Un uomo attraversato e trasportato da flussi di ogni tipo, s’interroga su quello che succede, prima di partire alla ricerca di una via d’uscita: realtà o delirio? Una catastrofe sembra aver inghiottito il mondo. Rinchiusi in vascelli sottomarini, i sopravvissuti vagano in un deserto d’acqua, combattuti tra la nostalgia del mondo perduto e l’utopia di un’isola riemersa. Il Capitano riflette: la realtà non si distingue più dal suo spettacolo e l’oceano nel quale navighiamo è il prodotto di questa confusione. Rovistando nei suoi archivi, s’imbatte in una strana scena: l’incontro tra Allen Funt, pioniere della Reality TV negli USA, e Stanley Milgram, autore di un celebre esperimento scientifico sull’obbedienza presso la Yale University. Mentre cerca di comprendere, l’immagine di una creatura ibrida comincia a ossessionare i suoi sogni: dal loro incontro nascerà forse la possibilità di un altro mondo.
Action30, Nage, nage petit poisson, Dés/obéir à l’époque de la téléréalité, VJing: L. Acito; Music & sampler: A. Casati; Live drawing: P. Todisco “Squaz”; Voice: P. Renaux; Texts: P. Di Vittorio; Festival des Libertés, Théâtre National de Bruxelles, ottobre 2014.
Per approfondire, rimandiamo a due saggi pubblicati in Francia e in Italia:
P. Di Vittorio, Carismi del reale. L’opera d’arte nell’epoca del marketing e dello spettacolo, “Multitudes”, n. 48/2012 e “aut aut”, n. 353/2012.
P. Di Vittorio, Come pesci nell’acqua. Prospettive genealogiche sulla mediatizzazione del quotidiano, “Multitudes”, n. 51/2012 e “aut aut”, n. 359/2013.
Nel 2015, Jean-Marie Straub realizza il film L’aquarium et la nation, che seguendo l’analisi sviluppata da Michele Sardone su “Uzak”, può essere letto anche come una riflessione sull’oceano mediatico-esistenziale nel quale sguazziamo come pesci.
Non si tratta di rimpiangere la terraferma, ma di trovare una via d’uscita restando immersi nell’acqua.