E’ possibile pensare per immagini? I saggi grafici di Action30 spezzano le gerarchie tra riflessione e illustrazione seguendo una logica che Gilles Deleuze avrebbe definito figurale. Ciò vuol dire che la scrittura non pretende di spiegare le immagini ma non è neanche un semplice “pretesto” dell’apparato grafico o una specie di accessorio visuale. L’immagine e la scrittura funzionano ciascuna come il rovescio – e non il contenitore o il contenuto – dell’altra, ciascuna interviene in maniera intermittente, attraverso salti, accelerazioni e cesure impreviste, nei luoghi silenziosi dell’altra.
Come la pittura per Deleuze, il saggio grafico si svincola dalla funzione classica dello Storytelling perché “non ha nessun modello da rappresentare, nessuna storia da raccontare”, ma si basa su un flusso di concetti, parole e immagini che affida al lettore il potere di costruirsi degli strumenti di analisi e intervento sulla realtà.
In un certo senso, i saggi grafici sono come le “immagini dialettiche” di Walter Benjamin, quelle immagini simili a un lampo o a una scarica elettrica che, squarciando il continuum, la progressione già data della storia, istituiscono un’inedita leggibilità del passato e del futuro a partire dal presente.
Proprio a Benjamin e a Pier Paolo Pasolini sono dedicati i primi saggi grafici firmati Action30, pubblicati in Francia dai Cahiers Européens de l’Imaginaire, rivista “ibrida” di scienze umane e sociali edita dal CNRS. E’ possibile visualizzare due estratti di questi lavori ai seguenti link :
Entrambi di prossima pubblicazione in Italia per Lavieri – il saggio grafico su Benjamin, in particolare, insieme ad altre due sezioni dedicate a Georges Bataille e Aby Warburg.
Stay tuned!